Un incontro fra studenti, un dibattito e molte osservazioni sotto gli occhi e l’attenzione delle insegnanti.
Ecco, nei testi dei ragazzi, che cosa è emerso di illuminante sulla percezione del mondo partendo dai “loro mondi”, i loro contesti di realtà da cui si dovrebbe sempre partire quando ci si relaziona ai nostri ragazzi.
ALICE:
“VORREI ESSERE UN ESEMPIO PER GLI ALTRI”
Fin da bambina, ho sempre osservato i piccoli dettagli nelle altre persone, mi capitava stare ore e ore a guardare mio fratello maggiore, vedere le sue azioni quotidiane per me corrispondeva ad una lezione da imparare, un esempio da seguire.
Per me questo sentimento di ammirazione è un po’ tipico dei bambini, non importa la fascia d’età, ma dal mio punto di vista cercano negli adulti ciò che non hanno ancora o meglio, cercano di riempire il vuoto dell’infanzia con la giovinezza per sentirsi più apprezzati.
Spero che pure coloro venuti nella nostra aula ci abbiano presi seriamente come esempio, ovviamente, certe volte come classe non siamo proprio coloro da ammirare con tutti se stessi soprattutto perché daremmo insegnamenti negativi e ciò non porterebbe risultati proficui ma nonostante ciò siamo consapevoli che se volessimo dare un esempio buono potremmo benissimo farcela, indipendentemente dai momenti no; dopotutto però, i loro occhi parlavano da soli: colmi di curiosità ed una sete di conoscenza incolmabile, volevano sapere tutto, senza tralasciare nemmeno un minimo dettaglio, provavano il desiderio di sentirsi capiti da qualcuno di più grande.
Una cosa che ho notato e mi ha colpito particolarmente è il fatto che per qualsiasi cosa, questi bambini alzavano la mano, chiedevano il permesso per parlare o per esprimere la loro opinione; secondo me, anche noi metaforicamente dovremmo chiedere questo strano permesso di entrare nella vita delle persone in modo delicato e genuino, anche perchè a volte basta semplicemente un “come stai?” oppure un “mi manchi” può salvarci da un labirinto pieno zeppo di spine (ossia le persone) proprio quando sei sul ciglio di crollare può fare tanto piacere avere un qualcuno che semplicemente ti è vicino, senza tante complicazioni né pretese.
Nel bel mezzo del cosiddetto “evento” mi sono soffermata un paio di volte ad ammirare gli occhi e gli atteggiamenti delle piccole creature e sinceramente ho rivisto dopo tanto tempo “l’io bambina”, che cercava di imparare da tutto ciò da cui era circondata anche le cose meno importanti per me avevano ed hanno tutt’ora un valore inestimabile. Osservavo tanto gli altri per diventare la versione migliore di me stessa, cercando di migliorarmi sempre e difatti questa caratteristica è rimasta in me ancora a oggi.
Quest’evento mi è servito tantissimo per capire che nel mondo non c’è poi cosi tanta cattiveria, la loro caratteristica più evidente è stata la loro innocenza nel chiedere le cose, esattamente come un piccolo uccellino che deve ancora spiccare il volo r deve essere aiutato dalla propria madre; in questo caso noi ragazzi siamo l’esempio per far sì che in un futuro volino e che si trovino bene alle medie!
CATERINA:
“LA PAURA CRESCE SE NON SI E’ INFORMATI”
Giovedì pomeriggio i bambini di quinta elementare mi hanno stupita sia con le loro domande ma sopratutto con le loro risposte. Ho subito notato il loro terrore più grande riguardo alle medie, il bullismo. Mi ha molto incuriosita il loro interesse e le mille rassicurazioni di cui avevano bisogno. Sinceramente non so il motivo di tutto ciò, forse è passato il messaggio che alla medie c’è il bullismo ma non saprei nemmeno come. Oppure hanno sperimentato sulla loro pelle l’argomento. Sono rimasta altrettanto colpita dal loro esempio che hanno saputo spiegare e mostrare perfettamente. È strano pensare che alla loro età gia siano così puntati sull’argomento, perché nella mia vecchia scuola di bullismo non si parlava troppo ma si tendeva ad ignorare.
Certo ora so tutto sull’argomento, specialmente sul cyberbullismo ma sarebbe stato più sicuro per il mio futuro esserne informata. Dopo le loro preoccupazioni hanno voluto parlare di Giulia, e anche qui nel momento in cui hanno nominato l’argomento sono rimasta basita. Perchè sempre paragonando la mia esperienza, noi a confronto vivevano nell’ignoranza ci nascondevano questi fatti grossi. Quando hanno saputo rispondere al significato di bene mi hanno tolto le parole di bocca, perché è esattamente come loro hanno detto. Se si vuole bene bisogna saper lasciare andare e non negare qualcosa che la rende felice per tenerla sempre con sé stessi ,questo non vuol dire volere bene mai. Questi bambini hanno dimostrato quanta voglia di sapere, di scoprire e imparare che hanno tramite non solo i gesti, ma anche attraverso gli occhi.
DOMENICO:
“I RAGAZZI PIU’ GRANDI NON SONO PIU’ UN ESEMPIO”
Io del pomeriggio con i ragazzi voglio dire che potevamo essere più esaustivi con le nostre risposte, però un problema secondo me è stato che non ci aspettavamo tante domande ad un tiro così alto, almeno io sono rimasto sorpreso. Un altro fattore che mi ha fatto riflettere e che erano molto interessati al bullismo come se avessero paura di passare alle medie ed essere presi di mira.
Secondo me non vedono più in quelli più grandi di loro un esempio, ma quasi qualcosa da temere e questo ci può far riflettere su di noi e su quello che facciamo perché questo ci mette una faccia, senza che ci conoscano.
FRANCESCO:
“CI SIAMO INCONTRATI E PARLATI, E’ STATA UNA GRANDE LEZIONE”
Durante il giorno di giovedì 30 novembre, pensavo che noi, 3B, dovessimo rispondere alle domande poste dai ragazzi di 5° elementare, andò così, ma non proprio…
La prima domanda fu la seguente: “Si sono mai verificati episodi di bullismo durante questi vostri tre anni?”
Io mi sono alzato in piedi, emozionato, ma anche un po’ disturbato perché si trattava di un argomento vecchio, che ancora oggi mi ricordo… Loro però dovevano sapere la verità, ho raccontato quello che era successo durante la prima media e ho anche raccontato il PERCHE’ era successo, ho raccontato che io quando ero in prima, ero la pecora nera in un gregge di pecore bianche!
Il bullismo si può affrontare, ho detto loro, andando da persone adulte come i Prof o i propri genitori!
Poi i ragazzi hanno fatto altre domande riguardanti il bullismo, a cui hanno risposto una serie di miei compagni.
Questi ragazzi, non sembravano di quinta elementare ma, addirittura di terza media.
Utilizzavano un linguaggio ricercato per essere ragazzi di 9-10 anni, comprendevano anche tantissimi significati di alcune parole molto difficili e con un significato complesso.
Si può dire che questi ragazzi sono fantastici e giovedì 30 novembre alle ore 14,30 ci hanno fatto una grandissima lezione, anziché noi a loro!
GRETA:
“I NOSTRI SONO ANNI MERAVIGLIOSI, NON SPRECHIAMOLI”
Secondo me il pomeriggio che è stato organizzato per fare orientamento alle classi quinte che l’anno prossimo saranno alle medie, è servito molto e soprattutto i bambini di quinta ci hanno fatto molte domande sul bullismo, un argomento che non pensavamo importasse così tanto a loro. Perciò dopo aver risposto alle loro continue domande sul bullismo, abbiamo capito che era un argomento che li spaventava molto perciò abbiamo cercato di rassicurarli.
In alcuni momenti erano loro a spiegare a noi e per questo, sono rimasta “senza parole” perchè sembrava che si erano buttati dentro al discorso in modo meraviglioso; io a questi bambini auguro il meglio e soprattutto auguro che non ci sia mai nessuna forma di bullismo nelle loro classi.
Io personalmente avrò modo di vedere l’evoluzione dei futuri ragazzi delle medie, grazie a mio fratello che l’anno prossimo andrà in prima media e quindi potrò capire tante cose.
Come ho già detto spero solo il meglio per loro perché non auguro a nessuno quello che è successo nella mia classe, soprattutto perché questi sono anni meravigliosi e bisogna goderseli senza litigare e senza il bullismo/cyberbullismo.
Alla domanda “tu cosa hai imparato?” risponderei che secondo me io ho imparato che certe volte cose che tu non ti aspetti, per altri possono preoccupare molto.
Ma che tuttavia, si può sempre fare imparare che alcuni problemi non sorgono per tutti.
Un’altra cosa che ho imparato, è che alcune volte non sembra ma i bambini più piccoli che magari sottovaluti un po’, possono sorprenderti e infatti così hanno fatto; se fossi la loro maestra sarei molto fiera di loro.