Il dibattito più che aperto è di netta contestazione: è stata firmata l’ordinanza ministeriale con la quale, dal prossimo secondo quadrimestre, alla scuola primaria scatta il ritorno ai giudizi numerici. Nuove regole anche sulla condotta, e la divisione del mondo scolastico è netta (qui una prima documentazione sui motivi della contestazione)
Da un lato, si ritiene che si stia puntando a raggiungere una maggiore chiarezza e rigore. Dall’altro, la maggior parte dei docenti e un gran numero di analisti ed esperti, ritiene invece che sia un chiaro passo indietro rispetto a un approccio più inclusivo e orientato al miglioramento.
Gli occhi ora sono puntati sulle prossime settimane, quando le modifiche e le nuove regole, saranno valutate a loro volta in termini effettivi di contributo reale nel migliorare il sistema educativo o se, invece, genereranno ulteriori polemiche.
Intanto le novità scatteranno. E sono queste: con l’entrata in vigore della legge 150 del 1° ottobre, il sistema di valutazione nelle scuole italiane si appresta a subire significative modifiche.
Dal secondo quadrimestre di quest’anno, quindi, le pagelle della scuola primaria torneranno a utilizzare sei giudizi tradizionali: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente e non sufficiente. Questa decisione segna un ritorno al passato, abbandonando i livelli introdotti nel 2019 dall’ex ministra Lucia Azzolina, che si ispiravano a un modello anglosassone e valutavano gli alunni come “avanzato, intermedio, in fase di prima acquisizione”.
L’obiettivo dichiarato del ministro Valditara, già annunciato lo scorso settembre, è di “rendere la valutazione più chiara e comprensibile per studenti e famiglie”, favorendo un dialogo educativo trasparente. Oltre ai giudizi numerici, le pagelle includeranno una descrizione dettagliata degli apprendimenti raggiunti, per stimolare il miglioramento continuo degli alunni.
Ed è a questo proposito che si sono sollevate non poche critiche. Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), ha espresso un parere favorevole ma con osservazioni, fra cui la proposta di eliminare i giudizi “sufficiente” e “non sufficiente”, suggerendo formule più costruttive. Inoltre, chiede di ancorare la valutazione agli obiettivi di apprendimento significativi, piuttosto che alle singole materie, per valorizzare il lavoro già svolto dalle scuole durante la riforma Azzolina. Il parere del Cspi, pur se obbligatorio, non è però vincolante. Sarà solo il Ministero a decidere se accogliere o meno queste proposte.
Un’altra novità riguarda la valutazione della condotta, che diventa più stringente alle scuole medie. Il comportamento sarà valutato in decimi e concorrerà alla media dei voti. Un punteggio inferiore a sei decimi nello scrutinio finale comporterà la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale di terza media. Questo giudizio, assegnato collegialmente dai docenti, riguarderà l’intero anno scolastico, non solo l’ultimo quadrimestre.
Ultimo passaggio di novità porta alle scuole superiori, dove si prospettano cambiamenti per la valutazione del comportamento. In base alla legge, sarà introdotta la “cittadinanza solidale” come attività educativa per rispondere a gravi episodi disciplinari, tra cui aggressioni a docenti e compagni. Per attuare questa misura sarà necessario modificare lo Statuto delle studentesse e degli studenti attraverso un decreto presidenziale.