“E come per magìa”… I bambini
raccontano la scrittura collettiva

La maestra Giulia, nella sua classe dela scuola primaria di Lamezia Terme, ha chiesto ai suoi alunni di raccontare a tutti noi in che modo loro fanno scrittura collettiva insieme. Ecco le loro risposte.

  • Dopo l’esperienza del laboratorio con Edoardo Martinelli come è cambiato secondo te il modo di lavorare in classe?
    Il modo di lavorare con Edoardo è piaciuto molto a tutti e ora facciamo molta scrittura collettiva. Prima di Edoardo facevamo scrittura collettiva, ma in modo più semplice e non usavamo i fogliolini.
  • Come si svolge nelle nostre classi il laboratorio di scrittura collettiva?
    Il laboratorio di scrittura collettiva lo facciamo in classe oppure tutti insieme in biblioteca, due o tre volte a settimana. Abbiamo chiamato la biblioteca “pensatoio” perché è il luogo dove pensiamo e ragioniamo insieme.  Lì tutti ci possiamo esprimere e correggere, nessuno è primo e nessuno è ultimo ma siamo tutti amici.
  • E di solito come iniziamo questa attività?
    Di solito ci sediamo in cerchio e prendiamo un argomento che ci interessa o una cosa che è successa realmente e ne discutiamo. Poi prendiamo gli appunti e scriviamo le nostre idee sull’argomento. Se non sappiamo il significato delle parole cerchiamo sul vocabolario oppure prendiamo informazioni dai libri della biblioteca. Poi leggiamo  tutti i fogliolini-idea, aggiustiamo le frasi e “come per magia” costruiamo un testo collettivo.
  • Su cosa stiamo lavorando quest’anno?
    In questo nuovo anno scolastico stiamo facendo una scrittura collettiva sui legami cioè sull’importanza dei legami con gli amici, con la famiglia, con la natura, con il nostro pianeta specialmente dopo il Covid che ha sconvolto tutte queste cose.
  • Come è iniziato questo vostro percorso?
    Dopo le vacanze eravamo felici di tornare a scuola senza le mascherine. Finalmente si potevano vedere i visi e i sorrisi di tutti. Le nostre maestre con delle domande ci hanno condotti a una riflessione sull’importanza dei legami con gli amici e la famiglia. Ognuno di noi si è raccontato: abbiamo parlato di cosa ci fa stare bene e cosa ci fa stare male, quando ci sentiamo accolti o esclusi.
  • Volete spiegare come si fa la scrittura collettiva?
    Abbiamo preparato i fogliolini e scritto le nostre riflessioni. Alcune erano molto personali. La maestra ha fatto delle piccole montagne di fogliolini e insieme dopo la lettura ci siamo messi a ragionare sulle parole accoglienza, inclusione, legame, amicizia e pace.
    Queste parole sono state inserite dentro dei sacchetti e presentate alla festa dell’accoglienza che la nostra scuola fa ogni anno.
  • Il lavoro in classe coinvolge tutte le discipline?
    In classe stiamo leggendo “La storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e attraverso i vari capitoli abbiamo scoperto che l’uomo fa del male alla natura. Nel pensatoio cerchiamo le soluzioni all’inquinamento, parliamo e studiamo i cambiamenti climatici. E tutto questo lavoro si fa con tutte le maestre usando la scrittura collettiva.
  • Che cosa vi piace di questo modo di fare scuola?
    A noi questo modo di fare scuola ci piace molto perché siamo tutti insieme. Ci piace molto stare in biblioteca circondati dai libri perché ci vengono tante idee. Anche quando sbagliamo non ci sentiamo tristi perché gli errori si correggono insieme. Se qualcuno scrivendo fa un errore quell’errore diventa di tutti.
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