Educare alla parola
per coltivare pensiero critico

Non c’è pensiero critico senza pensiero.
E non c’è pensiero senza parole.
Cari genitori e cari insegnanti: fate parlare i vostri figli, i vostri studenti.

Quando gli alunni hanno la possibilità di parlare, di dialogare, di condividere le proprie opinioni e partecipare alle discussioni in classe, diventano parte attiva della costruzione della conoscenza e dello sviluppo delle proprie idee.  Il dialogo aiuta i ragazzi a sviluppare una mente aperta e un pensiero riflessivo oltre ad essere un mezzo efficace per affrontare e risolvere problemi o conflitti nella scuola e le sfide della vita futura.
Il dialogo a scuola è cruciale per creare un ambiente di apprendimento positivo in cui gli studenti si sentano ascoltati, partecipi e rispettati.
Promuovere il dialogo facilita l’apprendimento attivo, il coinvolgimento emotivo, lo sviluppo delle abilità sociali ed emotive e la soluzione dei problemi e crea un ambiente scolastico stimolante e inclusivo.

Educare alla pace richiede un impegno costante e coerente da parte degli educatori e dei genitori; è importante creare un ambiente di apprendimento che incoraggi e supporti la pace fornendo modelli positivi e opportunità per praticare il dialogo, l’empatia e la risoluzione dei conflitti in modo pacifico.
Solo attraverso un’educazione basata sulla pace possiamo sperare di creare un futuro migliore e più pacifico.


Dalla CULTURA alla PACE attraversando la multiculturalità e l’intercultura.
Giovedì, 30 novembre ore 10.30, collegamento da remoto: la 3B di Sorisole, Bergamo incontra la 3A e la 3B di Brescia IC “Centro 3” alla presenza dei formatori Indire per il momento conclusivo del percorso immersivo sulla parola CULTURA: la restituzione dei compiti significativi.

Iniziamo con il dire che la cultura è bellezza ed è una grande ricchezza, ci aiuta a crescere e ci accompagna tutta la vita perché  la cultura è la cura!

1 – La cultura è … abbiamo lavorato sul documento numero 1: il logo e il discorso di Mattarella, presidente della Repubblica italiana. In questo contesto la parola cultura è ricchezza, patrimonio : musei, teatri, chiese, tradizioni, comunità, cultura è progresso e crescita.

Vi presentiamo il nostro compito significativo: riproduzione del logo 20 – 23  Bergamo- Brescia capitale italiana della cultura, abbiamo riempito le cifre con tutto ciò che è cultura: la cattedrale di santa Maria Assunta a Brescia e la cattedrale di sant’ Alessandro a Bergamo, piazza Vecchia a Bergamo e piazza della Loggia a Brescia, il teatro Donizetti a Bergamo e il teatro Grande a Brescia, il castello di Brescia e città alta a Bergamo, Brixia e Bergomum  i resti di Brescia e Bergamo, città romane e poi i cibi, il dialetto….
Ed ecco il nostro compito significativo. 


2 – La cultura è … abbiamo lavorato sul documento numero 2: due interviste, la prima ad una esperta museale e la seconda ad una antropologa e un testo del Comitato delle Nazioni Unite. In questo contesto la parola cultura è tutto, è stare insieme, è relazione, esiste una cultura dell’ascolto, del rispetto , la cultura appartiene a tutti e dice chi siamo. Vi presentiamo il nostro compito significativo: creazione di un logo che rappresenti la cultura. Abbiamo disegnato una grande C e al suo interno abbiamo messo i simboli di tutto ciò che è cultura: scuola, musica, arte, scienza, religione, paesaggio, teatro, cinema, parchi, tradizioni, feste, personaggi, dialetto, sport, giochi, cibo, abbigliamento, letteratura, fiabe, poesie, adattamento all’ambiente, identità. Abbiamo poi colorato le lettere con i colori dell’ arcobaleno perché nel nostro brain storming c’erano le parole: pace e meraviglia.
All’interno abbiamo messo alcune persone che saltano felici perché la cultura è benessere.
Ecco il nostro compito significativo.  


3 – La cultura è … abbiamo lavorato sul documento numero 3: la carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura.
I 18 principi di questa  carta fanno riferimento alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e alla Carta europea dei diritti del fanciullo.
In questo contesto  si riconosce ai bambini il diritto alla cultura indipendentemente dall’età, dalle condizioni sociali ed economiche di appartenenza.
Vi presentiamo il nostro compito significativo: un’istallazione artistica, abbiamo incollato la carta dei diritti su un cartellone, abbiamo circondato le parole chiave e le abbiamo legate con un filo che poi è divenuto un intreccio come lo è la cultura.
Ed ecco il nostro compito significativo.   

4 – La cultura è … abbiamo lavorato sul  documento numero 4: l’etimologia della parola cultura e il pensiero di Cicerone “cultura animi”.
Marco Tullio Cicerone, un politico e filosofo romano, dovendo tradurre la parola greca paidèia (educazione, formazione), scelse proprio “cultura“.
Egli credeva che la cultura portasse gli uomini da una vita primitiva ad una vita civile, ovvero associata in comunità.
In questo contesto  la parola cultura significa sapere personale, l’educazione che una persona possiede.
Vi presentiamo il nostro compito significativo: abbiamo scritto una narrazione seguendo la storia “Pieno e vuoto” di Bellemo e Virardi , abbiamo poi preparato le tavole per il kamishibai, un antico teatro d’immagini di strada di origine giapponese “ Il bambino pieno e il bambino vuoto”.

Siamo a scuola. la nostra scuola! Ogni giorno, a scuola, nelle varie classi si incontrano bambini pieni e bambini vuoti, ragazzi vuoti e ragazzi pieni. Anche nella 3^B si incontrano bambine e bambini pieni di cultura ed altri bambini vuoti, senza cultura. Talvolta incuriositi o diffidenti si scambiano sguardi, qualche parola, qualche silenzio, ma soprattutto momenti vuoti di parole e pieni di silenzio.
Il bambini pieno ha tutto ciò che serve dentro di sé non si sente mai solo, conosce tante cose ed è sempre felice.
Il vuoto non ha nulla da perdere, si sente libero e sempre felice.

“Essere pieni di cultura è la cosa migliore del mondo!” dice il bambino pieno.
“No! essere vuoti, senza cultura è la cosa migliore del mondo!”  sostiene il bambino vuoto.
E così per scoprire chi ha ragione, cercano il tempo per incontrarsi. si guardano negli occhi, si ascoltano, desiderano conoscersi e scoprirsi.
Inizia una conoscenza reciproca fatta di rispetto e di scambio. 
Pieno dà a vuoto i suoi saperi, le sue emozioni, il suo tempo , la sua cultura. Vuoto dà a pieno un po’ di leggerezza ed emozioni diverse da quelle che già abitano in lui.
Siamo in aula, al parco ed in altri luoghi  a poco a poco i bambini iniziano lo scambio ed i pezzetti raggiungono la testa ed il cuore. e tutti sono felici.
Pieno e vuoto si ritrovano a fine anno scolastico e si dicono: “Grazie! abbi cura di te e del pezzetto che ti ho donato!”.
E così i pezzetti di tutti si intrecciano, pensieri magnifici. qualcosa di straordinario è accaduto!
Ma soprattutto i bambini pieni e  vuoti, i bambini mezzi pieni e mezzi vuoti hanno scoperto la bellezza del noi, la meraviglia della convivenza delle unicità ed insieme formano un nuovo terzo paradiso.
Ed ecco il nostro compito significativo.

5 – La cultura è…  abbiamo lavorato sul documento numero 5: un testo dello psicologo olandese Hofstede. In questo contesto la parola cultura è come una cipolla, infatti, parla di cipolla culturale: l’ aspetto  esterno è ciò che vediamo subito , c’è poi una parte interna, profonda che si conosce solamente col dialogo e l’ascolto dell’altro.


Vi presentiamo il nostro compito significativo: abbiamo utilizzato le scatole matriosca.
La scatola più grande è la madre, riporta la parola cultura, andando in profondità troviamo:
– la scatola dei simboli: parole, gesti, immagini, oggetti, abbigliamento, cibo…
– la scatola degli eroi: persone che prendiamo a modello o come riferimento, il papa, un politico, un cantante, un calciatore…
– c’è poi la scatola dei rituali: saluti, cerimonie, feste della comunità, modi di comunicare nel gruppo.
– arriva poi la scatola più interna, quella dei valori considerati fondamentali per l’umanità indipendentemente dalla cultura di appartenenza e dalla religione.

Questi valori uniscono le persone di tutto il mondo:
– amore, solidarietà, giustizia, uguaglianza, rispetto, libertà e i diritti umani
– ultima è la scatola seme, noi abbiamo scelto di scrivere la parola pace.

Seminare la pace è un obiettivo che tutti dovremmo, dobbiamo perseguire costantemente. anche noi che siamo piccoli dobbiamo fare la nostra parte.
MA COME?

  • coltivando la gentilezza,
  • ascoltando gli altri senza giudicare,
  • risolvendo i nostri litigi, i conflitti  in modo pacifico,
  • rispettando il pensiero degli altri,
  • promovendo la giustizia, l’uguaglianza, la tolleranza e l’inclusione di tutti, nessuno escluso,
  • ricordandoci che ogni piccola azione conta!

La pace inizia da noi stessi e poi si diffonde in famiglia, nelle nostre relazioni, in classe, nella comunità fino al mondo intero.
È stato chiesto agli alunni : “Quale parola ti ha colpito maggiormente durante l’evento?”.
In questo grafico le loro risposte più frequenti.

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