I giovani hanno pensiero creativo, pronti per essere protagonisti sociali e nel mondo del lavoro

I giovani, alla fine, non finiscono mai di stupirci. Forse lo fanno perché, sempre alla fine, scopriamo di non conoscerli poi così bene. Per esempio, in pochissimi avremmo immaginato che l’80% degli studenti si sente in grado di affrontare problemi sociali e il 77% si dichiara sicuro di saper proporre idee per aiutare le persone in difficoltà. Tuttavia, sono anche convinti che dei limiti sulla natura della creatività. Uno studente su due è convinto che la creatività sia un tratto innato e immutabile.
La capacità di pensare in modo creativo è una risorsa fondamentale per i giovani, non solo per affrontare con successo il percorso scolastico, ma in un contesto sempre più complesso e in continua e rapidissima evoluzione, è un’abilità che sicuramente supporta anche per inserirsi attivamente nella società e nel mondo del lavoro.
Questo è solo un capitolo dell’indagine Ocse Pisa 2022, appena presentato, ma è anche quello forse non proprio discusso fino in fondo e portato all’attenzione pubblica, nonostante emerga un risvolto rivelatore della fotografia: la capacità creativa e la consapevolezza alta di questa loro abilità da parte dei quindicenni italiani.
Partiamo allora dai dati della fotografia, proprio perché sono i numeri che offrono importanti spunti di riflessione per il mondo della scuola e per le politiche educative. Aiutano anche a sottolineare una dimensione portante ed è quella che vuole il pensiero creativo come leva importante non solo perché aiuta i ragazzi a generare soluzioni innovative, ma contribuisce anche alla “costruzione di una solida identità personale”.

La creatività come priorità educativa
Favorire lo sviluppo del pensiero creativo nei giovani è una delle sfide principali per il sistema educativo. L’indagine Ocse Pisa 2022 ha misurato, per la prima volta, il Creative Thinking degli studenti, capacità e attitudini creative dei ragazzi valutate lungo quattro dimensioni: espressione scritta, espressione visiva, risoluzione di problemi sociali e scientifici. Con una precisazione in più. Questi ambiti, se sviluppati correttamente – dicono gli analisti dell’indagine – possono influenzare positivamente il rendimento scolastico e favorire l’inclusione sociale.


Così uno degli aspetti più interessanti emersi dall’indagine riguarda proprio le convinzioni e gli atteggiamenti degli studenti italiani rispetto alla creatività. Per esempio, è prevalente la convinzione che la creatività sia un tratto innato, più difficile da sviluppare rispetto all’intelligenza. E solo due studenti su cinque credono che la creatività possa essere coltivata e migliorata (visione che contrasta con i risultati delle ricerche educative), e che porta il 54% degli studenti a pensare la creatività come “dote innata e immutabile”. Le ragazze sono leggermente più inclini dei ragazzi a sostenere che l’intelligenza sia un tratto immutabile (con una differenza del 4%). Mentre la provenienza socioeconomica degli studenti gioca un ruolo importante: in Italia, gli studenti economicamente svantaggiati sono più propensi a credere che la creatività non si possa sviluppare (+5%) rispetto ai loro coetanei più avvantaggiati.


L’autoefficacia creativa tra fiducia e realtà
L’autoefficacia creativa, ovvero la fiducia degli studenti nella propria capacità di affrontare compiti creativi, è un altro aspetto fondamentale esplorato dall’indagine. In Italia, l’80% degli studenti si sente sicuro nel risolvere disaccordi sociali e il 77% è fiducioso di poter aiutare persone in difficoltà con idee creative. Tuttavia, quando si tratta di sfide più tecniche, come il disegno o la creazione di esperimenti scientifici, le percentuali si abbassano di molto: rispetto a un indice di autoefficacia creativa, con una media Ocse pari a zero, l’Italia ha ottenuto un punteggio medio di -0,05. Indica comunque un margine di miglioramento.

Apertura mentale e propensione alla creatività
Altra dimensione interessante. L’apertura mentale, definita come la disponibilità ad esplorare nuove idee e concetti, è un tratto di personalità centrale per la creatività. Nell’indagine Pisa 2022 la maggior parte degli studenti si è dichiarata aperta all’apprendimento di nuove conoscenze e attività creative. Circa uno su due, quasi il 50% degli studenti ha espresso interesse per attività complesse e astratte, dimostrando una buona propensione alla creatività, soprattutto in ambito scientifico. E anche in questo ambito, emergono differenze tra studenti in base al loro status socioeconomico: gli studenti di famiglie più avvantaggiate hanno un punteggio più alto nell’apertura intellettuale rispetto ai loro coetanei meno avvantaggiati. Ma c’è un altro importante dato. La maggior parte degli studenti, nell’esprimere un forte interesse per l’apprendimento di nuove conoscenze, ha anche detto di apprezzare “attività creative e giochi che stimolano la loro creatività”. Meno gli studenti che hanno manifestato la stessa apertura nei confronti di compiti complessi presentati in situazioni più concrete. E uno su due, poco più della metà, trova piena  soddisfazione quando risolve problemi complessi o ai quali piace affrontare compiti impegnativi a scuola oppure creare storie.

La sfida per la scuola italiana
I risultati dell’indagine Ocse Pisa 2022 evidenziano luci e ombre nel panorama del pensiero creativo degli studenti italiani. Se da un lato emerge una “buona fiducia nelle capacità creative legate ai problemi sociali”, dall’altro l’indagine evidenzia come persista una “visione deterministica sulla creatività”, che viene percepita come un tratto innato e immutabile da troppi studenti. E questa, indicano gli analisti, insieme alle differenze legate al livello socioeconomico, “pone una sfida importante per il sistema educativo italiano”. Quasi come un imperativo categorico: “la promozione del pensiero creativo deve diventare una priorità formativa, non solo per migliorare il rendimento scolastico, ma anche per formare cittadini capaci di affrontare le sfide di una società in costante evoluzione”.

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