
Direzione didattica 2° Circolo “Pieve delle Rose” – Città di Castello (Perugia)
Formazione docenti “Barbiana 4.0. : Il digitale nel cammino di aderenza tra parola e pensiero”
L’aderenza alla realtà come principio guida
Imparare facendo: la partecipazione come esperienza autentica
Insegnare aderendo alla realtà degli alunni significa prendersi cura delle persone che abbiamo davanti, dei loro pensieri, emozioni, interessi, vissuto.
Pertanto, l’apprendimento non può essere un esercizio astratto, perché sia significativo deve radicarsi nell’esperienza concreta, nel dialogo con il mondo, nel fare e nel pensare insieme. Il momento della scrittura collettiva non solo favorisce il dialogo e il confronto, ma rivaluta i timidi e ridimensiona i presuntuosi, creando un ambiente in cui ogni voce trova il proprio spazio. Quando gli alunni cooperano, scoprono la bellezza della partecipazione: la parola diventa uno strumento di relazione, di espressione e di pensiero condiviso.
Superare la competizione e l’egocentrismo attraverso la forza del gruppo
La potenza del gruppo abbatte la competizione e l’egocentrismo: l’ego individuale si mette al servizio della collettività favorendo la cooperazione. L’apprendimento diventa un esercizio di democrazia che salvaguarda la libertà di pensiero, stimola lo stupore e la meraviglia. Così, gli alunni si scoprono non più soli nel processo di apprendimento, ma parte di una comunità di pensiero e di parola, dove ogni voce conta ma il gruppo è più della somma dei singoli: insieme si impara, si sbaglia e si cresce.
Insegnare a pensare: non surfisti, ma palombari
Nella società dell’informazione che scorre veloce, spesso senza lasciare traccia, è fondamentale educare gli alunni a non essere semplici “surfisti” della conoscenza, ma “palombari” capaci di immergersi nel pensiero critico. La scrittura collettiva diventa, così, un’agorà in cui le idee si incontrano, si scontrano e si trasformano, generando consapevolezza e libertà di espressione.
La parola come spazio di libertà e democrazia
La centralità della parola è il cuore della didattica partecipativa. Parlare, scrivere e condividere idee non è solo un esercizio scolastico, ma un atto democratico, un’esperienza che insegna il rispetto delle opinioni altrui e la responsabilità delle proprie. Attraverso il dialogo e la condivisione, gli alunni imparano a valorizzare le diverse prospettive e a costruire insieme una comprensione più completa e inclusiva. Questo approccio incoraggia lo sviluppo del pensiero critico, la capacità di argomentazione e il rispetto reciproco, creando un ambiente di apprendimento più dinamico e collaborativo. La parola, quindi, diventa uno strumento fondamentale per la crescita personale e collettiva, favorendo non solo l’acquisizione di conoscenze, ma anche la formazione di cittadini consapevoli e responsabili.
Il ruolo dell’insegnante: regista e facilitatore
Nella metodologia milaniana viene superato lo stereotipo della lezione tradizionale poiché l’insegnante, coordinando l’azione collettiva, diventa regista. La pratica didattica si trasforma in un continuo dialogo socratico finalizzato allo sviluppo del pensiero critico degli alunni.
Il tempo ha un ruolo centrale, da nemico si fa alleato, perché recuperando il suo valore intrinseco diventa lento, dilatato e a misura di bambino. È il tempo dell’indugio dove vengono valorizzati i bisogni e gli interessi di tutti e di ciascuno. La progettualità dell’insegnante diventa flessibile e capace di accogliere, utilizzare e attribuire importanza agli attesi imprevisti che emergono in corso d’opera. Fondamentale è la documentazione come momento di metacognizione e di riflessione sul lavoro svolto.
Dalla pratica alla documentazione: costruire una memoria condivisa
La documentazione di questa buona pratica diventa fondamentale per la condivisione di esperienze tra docenti: lasciar traccia di tutti i percorsi svolti, permette ad altri l’immersione in modalità di apprendimento diverse e più efficaci rispetto a quelle ottenute da un insegnamento tradizionale.
Mostrare un prodotto finito può essere, quindi, un modo per motivare i colleghi ad attivare dei percorsi di scrittura collettiva legati anche alle proprie discipline.
La documentazione fa emergere il laboratorio di scrittura come una buona pratica per lo sviluppo del pensiero critico, qualità necessaria per la formazione di una persona consapevole e di un cittadino attivo all’interno della società.
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