È stata la possibilità di riavvolgere il nastro, insieme ad Arianna, Beatrice e Marilena, il lavoro svolto da remoto lo scorso luglio, tutte protese insieme ad abitare i bisogni e i desideri della “Generazione Z”, i dati e le evidenze osservabili, generando insieme una griglia di competenze ridisegnate e rivisitate, pur senza conoscerci troppo, in una sintonia di intenti sinergica e immediata derivata unicamente dallo sguardo comune.
Così le otto competenze chiave di cittadinanza europea si sono rivitalizzate nei contesti dei nostri laboratori attivi di scrittura collettiva, nell’attenzione prioritaria all’inserimento degli indicatori che qualificano le competenze, sconfiggendo da subito quel surfismo per cui si cerca di assecondare l’onda, allo scopo di mantenersi in equilibrio, senza lasciarsi travolgere.
Il nostro lavoro è divenuto immediatamente un’immersione nel processo attivo del pensiero e della parola che arriva da lontano sulla bocca dell’allievo e rinasce dal carsismo degli animi, delle menti, dei vissuti e dei contesti di realtà dei nostri bambini e ragazzi.
Le competenze potrebbero in larga misura diventare l’alveo privilegiato per proporre e narrare la didattica milaniana con le sue implicazioni a cascata che investono i temi della formazione, dell’istruzione e dell’orientamento al lavoro e al benessere sociale, in direzione dell’apprendimento permanente.
Mettere le mani implica quella passione indomita nel raccogliere i gemiti che si sprigionano in seno alla nostra società complessa e innalzano i loro vertici di vulnerabilità da cui originano pensieri e parole, come cantava Lucio Battisti, in tempi non sospetti. “E del sole che trafigge i solai, che ne sai?”.
L’operazione complessa chiama in causa il concetto di competenza come insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti con cui si affronta la scuola e l’intera esistenza.
Lavorare sulle competenze è brandire quell’universo di senso, votato a rispondere alle sfide della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, vero ossimoro sintetico tra il proprium dell’umano (intelligenza) e della macchina ( artificiale).
Le otto competenze europee per l’apprendimento permanente.
Guarda qui la spiegazione e quali sono le competenze previste.
Quali sono state le nostre riflessioni a posteriori e di docenti, sempre sul campo?
La necessità di cercare e cavalcare la COMPETENZA del SENSO, senza della quale restano solo algoritmi e prestazioni.
La domanda sul senso vive e riposa solo all’interno di una precisa visione antropologica in cui la persona non è mero elemento indistinto della natura, ma luogo in cui essa acquista consapevolezza, luogo di autentica autocoscienza del cosmo.
Nei curricoli di una scuola inclusiva, abbiamo desiderato favorire la promozione integrale di una persona ragionevole e libera che in essa trova posto, sia con la sua fragilità che con l’insieme dei suoi spiccati talenti.
La peculiarità dell’errore nel Progetto Barbiana 2040 come opportunità e come atteso imprevisto in itinere, fonda un’etica valorizzatrice in cui ciascuno trova il suo posto come membro attivo /SOGGETTO.
Inoltre, la svista dell’errore viaggia in direzione di un approccio riflessivo/critico sulla valutazione come valorizzazione e non misura, contro l’isolamento e la dispersione dei singoli, esaltando la forza del soggetto, all’interno della collettività a discapito di ogni tentazione narcisistica e richiesta prestazionale.
Di questa antropologia per sua natura sociale e solidale, di armonica e imprevista collegialità anche tra adulti, ho goduto tra i gradi inclementi del termometro e ne ho gustato la freschezza, foriera di traboccante prospettiva di lavoro. Passiamo ora il testimone a chi si cimenterà dopo di noi.
Largo quindi a coloro che formuleranno i descrittori dei livelli inziale, base, intermedio e avanzato.