La scrittura collettiva anche per me
io che sono un docente di sostegno

È autunno, è l’inizio dell’ennesimo anno scolastico, la dedizione alla mamma malata di Alzheimer, per alcuni anni non mi permette sempre di frequentare corsi di aggiornamento a scuola, poi lei mi lascia e allora mi faccio trascinare dai miei nuovi colleghi che mi invitano ad iscrivermi al corso di Scrittura Collettiva, dico la verità senza sapere cosa mi aspettasse.
Inizia la mia partecipazione al corso, dove apprendo la parte più teorica e nello stesso momento ho la fortuna di operare come docente di sostegno nella classe filtro, la 2° B della scuola primaria di Sorisole e da lì si apre un mondo nuovo, un modo diverso di interagire dell’insegnante verso i propri alunni ed è l’aspetto che mi colpisce di più, almeno inizialmente. La lezione tradizionale viene sgretolata sotto i colpi di una serie infinita di fogliolini che vengono distribuiti agli alunni, dove le parole corrono libere e spontanee estrapolate da una lezione che non è tale nel senso tradizionale, ma un fluire di pensieri non in libertà, ma di libertà. I bambini annotano sui fogliolini le parole che captano dallo scorrere dei pensieri, dove l’insegnante non impone ma funge da moderatore e da stimolatore, le parole sconosciute vengono ricercate e comprese e prendono quindi vita, dalle parole poi nasce un testo di scrittura collettiva che i bambini stessi elaborano.


Col passare del tempo la classe diventa un luogo speciale oserei dire incantato, mi ritrovo un teatro in classe, le pareti dell’aula si riempiono di colore e loro stesse si affollano di parole nuove, le intuizioni brillanti degli alunni vengono annotate e registrate all’interno della classe e ciò diviene un meraviglioso stimolo, ed è poi difficile fortunatamente, frenare e moderare gli interventi dei bambini.
Un altro aspetto importante è quello per cui ogni bambino si sente parte integrante della classe, è sempre libero di esprimere il proprio pensiero che viene accolto dagli altri e condiviso; anche i bambini con disabilità sono coinvolti nel progetto e l’inclusione si manifesta da sola senza andare a cercarla.

L’aspetto che mi ha colpito di più è stato quello emozionale, molto spesso durante questi momenti si sono verificate situazioni dove l’empatia tra alunni e alunni e tra alunni e docenti si è manifestata nella sua interezza ed è la logica conseguenza di tale metodo che oltre agli apprendimenti favorisce le relazioni ed è proprio dove ci sono le relazioni che nascono i sentimenti.
Se dovessi scrivere su un fogliolino le parole che la scrittura collettiva mi trasmette sarebbero davvero molte, io sceglierei queste: accoglienza, empatia, parole, libertà, interesse, inclusione.

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