La Valutazione cambia criteri: una riforma che rischia di trasformarsi in ricatto e sanzioni

È un forte atto regressivo. Un cambio di rotta radicale verso il passato. Un ritorno a una valutazione rigida e poco significativa. Attribuire giudizi sintetici per ciascuna disciplina rischia di ridurre la valutazione a “un’etichetta” su materie considerate “blocchi monolitici”. E il voto rischia di trasformarsi “in strumento di ricatto, classificazione e punizione”.
La nuova Ordinanza ministeriale sulla valutazione scolastica nella scuola primaria (che di fatto sospende in toto la precedente Ordinanza 172 del 2020 ponendo fine alla revisione della valutazione che aveva spostato l’attenzione dai voti numerici ai livelli di apprendimento e alla valutazione formativa) oltre a dividere i docenti già alle prese con percorsi innovativi, sta mettendo in allarme gli stessi studenti universitari che sulle “vecchie” indicazioni stanno proprio in questo momento formando i loro percorsi e il loro nuovo modo di fare scuola.
Il primo importante rilievo, in termini critici, alla nuova ordinanza arriva proprio da chi quelle indicazioni del 2020 era stata chiamata dal ministero a scriverle, per fondare una didattica Innovativa. Figura di riferimento nel dibattito pedagogico italiano, Elisabetta Nigris, ha sempre lottato – lo dimostrano i suoi testi – per unire rigore accademico a un impegno concreto che andassero verso una scuola inclusiva e orientata alla crescita degli studenti. “La scuola non può ridurre la valutazione a un numero o a un giudizio sintetico. La priorità deve restare il valore educativo della valutazione, fra i più importanti strumenti di crescita e di miglioramento. I docenti – è il primo monito di Nigris – sono chiamati a interpretare le nuove norme nel modo più costruttivo possibile, perché la valutazione continui a essere un elemento fondamentale per il successo degli studenti.
Docente di Progettazione Didattica e Valutazione all’università Bicocca, Nigris non ha esitato e ha scritto un vero e proprio pamphlet che chiama a raccolta docenti e studenti in formazione con un monito chiarissimo: “Non si deve abbandonare il percorso innovativo avviato con la riforma precedente, centrato su valutazione formativa e competenze”. Il documento lo presenterà in un evento formativo pubblico il prossimo 20 febbraio, a Milano. Appuntamento significativo già dal titolo: “Come proseguire il lavoro fatto”.

Elisabetta Nigris,
docente di Progettazione Didattica e Valutazione Università Bicocca


Il vento di sfida per i docenti si sente già soffiare, forte: nel concreto significa riuscire a mantenere vivo il valore della valutazione come strumento educativo, sfruttando al massimo gli spazi di autonomia lasciati dall’ordinanza. La professionalità e l’impegno degli insegnanti saranno fondamentali per garantire che la valutazione rimanga un processo di crescita e non si trasformi in un semplice meccanismo di classificazione. “Resti il valore della valutazione come strumento educativo – è l’imperativo categorico della didattica di Nigris -, sfruttando al massimo gli spazi di autonomia lasciati dall’ordinanza. La professionalità e l’impegno degli insegnanti saranno fondamentali per garantire che la valutazione rimanga un processo di crescita e non si trasformi in un semplice meccanismo di classificazione”.
Un cambiamento frettoloso, quindi. Anche perché tutto questo, denunciano, è arrivato “senza aver mai valutato i risultati della precedente riforma”. Il rischio vero ora è un cambio – che in molti associano a un vero agguato – che potrebbe avere ripercussioni significative sulla scuola italiana, e creare un’altra ondata di dubbi, disorientamento e sfiducia proprio perché richiede un nuovo adattamento da parte degli insegnanti. E ciò senza che nessuno abbia ancora capito che cosa non funzionava (se riscontrato) nelle vecchie indicazioni. Il dato vero è questo: sebbene alcuni principi della valutazione formativa vengano confermati – sottolinea la riflessione di Nigris -, il ritorno a una valutazione sintetica per disciplina rischia di limitare le possibilità di personalizzazione e di rendere meno efficace il supporto agli studenti. In questo la regressione è netta.


L’intenzione non è comunque di mollare o buttare tutto a prescindere. “Il ritorno alla valutazione per disciplina potrebbe rendere meno rigorosa l’analisi dei progressi degli studenti, etichettandoli sulla base di categorie monolitiche – sottolinea il documento Nigris -. Tuttavia, la nuova Ordinanza lascia spazio per mantenere una valutazione basata sugli obiettivi di apprendimento definiti dal curricolo di istituto, offrendo ai docenti la possibilità di affiancare ai giudizi sintetici un’analisi più dettagliata delle competenze”. In questi spazi si fa resistenza didattica. “I docenti quindi possono ancora lavorare nel solco della valutazione formativa – spiega Nigris -, valorizzando il processo di apprendimento piuttosto che il mero risultato finale. La chiave è mantenere l’ancoraggio tra progettazione didattica e valutazione, garantendo un percorso chiaro agli studenti”.
La direzione indicata dall’analisi di Nigris, già condivisa con docenti e studenti della Bicocca, è molto ben dettagliata. Parte in modo esplicito dalle indicazioni sul che cosa fare oggi. Ma l’attenzione che bisogna riporre e più rilevante è verso i rischi che presenta la nuova disciplina. Partiamo, in sintesi da questi. Eccoli.

Il ritorno alla valutazione per materia come unità indivisibile – si spiega nel documento di Nigris – non tiene conto della complessità dell’apprendimento, che si sviluppa attraverso diversi obiettivi e competenze. Un unico giudizio sintetico rischia di appiattire la valutazione e di non restituire un quadro accurato dei progressi dello studente. 
Altro nuovo rischio, la minore attenzione ai processi di apprendimento. Se finora  l’attenzione era posta sul percorso dello studente, con una valutazione dettagliata dei progressi nelle diverse aree di apprendimento, il nuovo modello – si sottolinea – potrebbe portare a una visione più sommaria e meno attenta agli aspetti qualitativi dell’apprendimento. Un approccio che potrebbe portare a ritorno della valutazione punitiva e selettiva. Il rischio infatti è che la valutazione torni a essere percepita come uno strumento di controllo, piuttosto che di supporto allo sviluppo dello studente. E qui, la denuncia di Nigris è netta: questo potrebbe penalizzare gli alunni più fragili e ridurre la motivazione all’apprendimento. 


Allora come avvicinarsi alle nuove indicazioni ministeriali, senza buttare il valore didattico della ordinanza precedente? Che cosa fare, adesso?
Le strategie per garantire una valutazione educativa e formativa devono restare la priorità, indica il documento. Nonostante le criticità, l’ordinanza – viene rivelato – lascia alcuni spazi di manovra che i docenti possono sfruttare per preservare un approccio alla valutazione più attento agli studenti.
Le indicazioni di Nigris partono dall’integrare il giudizio sintetico con una valutazione più dettagliata. Anche se l’ordinanza richiede di esprimere un giudizio unico per disciplina, le scuole hanno la possibilità di riportare nel documento di valutazione gli obiettivi di apprendimento raggiunti. Questo significa che gli insegnanti possono comunque fornire informazioni più articolate sui progressi degli studenti. 
Altro passo. Mantenere un approccio progettuale alla valutazione che non deve essere disgiunta dalla progettazione didattica. È  fondamentale che gli insegnanti continuino a pianificare le attività didattiche sulla base degli obiettivi di apprendimento – sottolinea Nigris –  utilizzando strumenti di valutazione che permettano di monitorare i progressi degli studenti in modo continuo e sistematico. In questo senso il feedback e gli strumenti per un riscontro sono elementi centrali.
La ricerca ha dimostrato che il feedback formativo è uno degli strumenti più efficaci per migliorare l’apprendimento. È quindi importante che i docenti continuino a fornire agli studenti indicazioni precise sui loro progressi, sulle difficoltà incontrate e sulle strategie per migliorare. 
Nessuna valutazione diventi strumento per classificare o punire gli studenti. “È essenziale che i docenti continuino a usare la valutazione per valorizzare il lavoro degli studenti e aiutarli a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio percorso di apprendimento”. 
Quali conseguenze per docenti e studenti, si chiede infine Nigris nelle sue riflessioni? Il ritorno alla valutazione per disciplina potrebbe rendere meno rigorosa l’analisi dei progressi degli studenti, etichettandoli sulla base di categorie monolitiche. Tuttavia, la nuova Ordinanza lascia spazio per mantenere una valutazione basata sugli obiettivi di apprendimento definiti dal curricolo di istituto, offrendo ai docenti la possibilità di affiancare ai giudizi sintetici un’analisi più dettagliata delle competenze.

Ecco di seguito il testo intergale dell’Ordinanza ministeriale del 4 dicembre 2024: “Valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria

Ecco di seguito il documento integrale della professoressa Elisabetta Nigris, che verrà presentato e discusso all’evento pubblico del 20 febbraio all’Università Bicocca di Milano sulle nuove indicazioni e criteri di Valutazione

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