La poetica di Ugo Foscolo, in questi anni che stiamo vivendo, può arrivare a intercettare i ragazzi per vie insolite, diverse dal comune. In particolare il sonetto “Alla sera”, passa al vaglio della mente e del cuore, magari ci riesce anche solo negli ultimi versi che lo compongono. Ma che li colpisca è innegabile. Ne danno ampia prova i testi che hanno scritto i miei ragazzi dopo la lettura del sonetto e portati a riflettere e confrontarsi sul tema dello “spirito guerriero”, affrontato come una sfida personale. Ma mettendo in risalto anche una loro forse ancora poco espressa consapevolezza sociale.
“Il mio spirto guerrier – inizia il primo testo – comincia a combattere quando sento un’ingiustizia o una bugia nei miei confronti, e si mostra come forza di contrastare l’offesa dell’altro. Lo sento già vibrare prima di svegliarmi e questo mi dà la forza di alzarmi per fare ciò che più mi piace. È questo stesso spirto che mi lancia a esprimere la mia opinione in dialoghi sia tranquilli che ansiosi. Par che esso si calmi la sera, ma poi di notte mentre sogno, mi spinge a immaginare scenari surreali al meglio delle mie capacità. Ho anche bisogno di scegliere ogni volta una strada diversa ed è faticoso, perciò la sera la battaglia è utile per tranquillizzare il mio animo. Non può mollarci questo spirto guerriero perché coincide con quello che siamo e lo stile di vita che vogliamo vivere”.
Prosegue con queste parole un secondo studente: “Per me lo spirto guerrier di Foscolo è la voglia che i ragazzi come me hanno di affrontare le cose, però l’intelligenza artificiale ce lo addormenta, anche se io sento che in me è molto sveglio e vuole sempre scoprire cose nuove, per cui sono costretto a sfamare questa curiosità senza esagerare, perché se prendesse il sopravvento con le sue pretese, io non riuscirei più a domarlo dentro me stesso”.
E ancora: “In questo momento della mia vita la scuola non sta andando benissimo, ma per raccontare il mio spirto guerriero con tutto il cuore, devo pensare di parlare d’altro come avviene nel laboratorio di scrittura collettiva dove riesco a captare tutte le informazioni e a rispondere con tutto quello che posso dire, perché in quell’ambito, capisco cosa significa tutto quello che facciamo. A volte sento addirittura che il mio spirito guerrier gioca al contrario: non mi fa reagire, ma pian piano mi suggerisce di ragionare senza affrettarmi a litigare”.
Dopo aver condiviso queste riflessioni personali, sorpresa dal fatto che pur essendo rimasta obbediente e aderente al contesto di realtà è alla cultura informale dei ragazzi presenti in classe – da dover praticare una scelta minimalista in ordine alla letteratura – ho potuto scoprire quanto Foscolo in realtà possa attirare simpatia e empatia e si mostri simpatetico alla sensibilità dei nostri preadolescenti. Alla fine regala luce ai più affaticati, orgogliosi di saper “captare” quanto serve a meglio, vivere.
E se bastasse anche a recuperare un solo nostro allievo, non sarebbe poca cosa.