L’inclusione entra in classe: un viaggio interattivo per dare il benvenuto a un alunno del Perù

Barbiana 2040 sa tessere sul docente una veste nuova, quasi senza che egli se ne accorga.
Entra in classe un nuovo alunno peruviano, senza rudimenti nella nostra lingua, e porlo al centro dell’apprendimento, aderire alla realtà nuova della sua presenza, corrisponde immediatamente con il rendere la conoscenza e la presentazione habitus per l’intero gruppo classe.
Così si è svolta senza fogliolini, una lezione partecipata e interattiva, dialogata fino al canto e al ballo che si è snodata a partire da San Juan de Lurigancho nei pressi di Lima, di cui è originario il nostro Alek, alla descrizione dei distretti vicini, al cucuzzolo di case sulla quale è appollaiata la sua, alla situazione demografica e alle occupazioni del paese, alla conoscenza del fratello maggiore e della scuola paritaria da lui frequentata , prima di venire in Italia.


La conversazione è stata  resa possibile grazie alla mediazione sapiente e inaspettata di un compagno latino americano che traduceva puntualmente e rapidamente.
Sfiorata dal sospetto di poter imparare, tesa ad aderire alla realtà che avevo davanti e inchiodata dagli occhi del mio nuovo studente in cui potevo leggere in chiave profetica, l’attesa che lo animava, mi sono accorta di aver costruito una lezione in chiave eminentemente orientativa, per ciascuno dei miei allievi.
Il fulgore dello sguardo del nuovo arrivato e del suo interprete, sono ancora davanti a me, come il pulviscolo luminoso di una imprevista via lattea.

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