Parole che educano, sogni che costruiscono la scuola del futuro

Qual è il sogno di ogni insegnante? Tante volte ci chiediamo come dovrebbe essere l’insegnante e quali dovrebbero essere le competenze e le caratteristiche necessarie per accompagnare bambini e ragazzi nel loro percorso di crescita personale e culturale. Ma quali sono i desideri degli insegnanti?
Il sogno di ogni insegnante risiede nel desiderio profondo di arrivare al cuore dei bambini, per lasciare un segno indelebile nel loro futuro. Si tratta di essere empatici, di comprendere gli stati d’animo, di accompagnare ogni studente nel percorso di crescita con affetto e rispetto, con attenzione alle caratteristiche uniche di ciascuno. Bisogna quindi che l’insegnante supporti gli alunni nella loro formazione creando un clima sereno ed inclusivo dove ogni studente si senta valorizzato e rispettato per permettere lo sviluppo della personalità. Pertanto, in base alla classe in cui si lavora e agli alunni a cui ci si trova davanti, il docente deve saper adottare diverse strategie per trovare un metodo efficace di insegnamento.
L’insegnante sogna di essere accogliente, capace di creare un ambiente dove tutti si sentano a proprio agio: partecipare attivamente, osservare, costruire nuove relazioni, affrontare le sfide con fiducia e coraggio e rimanere curiosi di fronte alla complessità della vita scolastica. Per far ciò è necessario avere una personalità solida e allo stesso tempo solare, affinché gli alunni si sentano sereni a fidarsi e a contare sul docente. Pertanto, tra le qualità indispensabili vi sono comprensione, pazienza e capacità di
prendere in carico lo stato emotivo dello studente nel suo stare a scuola. Come risultato si otterrà un rapporto di fiducia basato sulla sincerità e serenità e non giudizio. Fondamentale è la libertà, l’entusiasmo, la passione e la motivazione che devono stimolare la creatività dell’insegnante che, con i ragazzi, è protagonista nella creazione di un ambiente di apprendimento piacevole.
Un clima sereno e coerente è essenziale per stimolare l’apprendimento. Ogni insegnante aspira a essere motivata nel parlare, ascoltare, condividere pensieri con i bambini, trovando un equilibrio tra la propria identità, quella degli alunni, la scuola e le materie insegnate. Oltre a comprendere i bisogni dei ragazzi è necessario ascoltare e confrontarsi con i colleghi per cercare di risolvere insieme i problemi insorti.
Ogni insegnante dovrebbe sempre essere in ricerca: chiedersi continuamente se le sue azioni sono efficaci in modo da apportare le modifiche necessarie affinché nessuno rimanga indietro.
Accompagnare, guidare con amore e passione, creare e sperimentare: le parole chiave che contraddistinguono il sogno di un insegnante.

Potere della parola e della comunità educante
In questo periodo storico si è smesso di dare peso “all’uso della parola”: la parola è diventata un ausilio alla comunicazione, serve per dare forma ai pensieri senza badare alla sostanza, al contenuto e all’influenza che può avere sugli altri.
Se l’insegnante è quel soggetto che “segna” la crescita del bambino, le parole che vengono dette devono essere usate con cura. La parola è da considerarsi un dono, deve permettere di collegare le persone non di dividere; è dono in quanto ci permette di manifestare il desiderio che ognuno di noi ha, questa capacità di trovare quel vuoto che aiuta a direzionare la nostra vita. Questo vuoto non può essere creato volutamente né programmato, ma nasce da un situazione occasionale, è l’incontro con l’imprevisto che ci illumina e rivela nuove strade.
La parola è vista come uno strumento vivo, capace di connettere, ispirare e generare conoscenza. Ogni parola ha la sua importanza, non può essere scartata. Nel contesto educativo, la parola diventa un veicolo di partecipazione, creatività e crescita. L’imprevisto gioca un ruolo chiave in questo processo, stimolando nuove idee e connessioni.

Agorà
All’interno dell’Agorà i bambini sperimentano un momento di partecipazione attiva, in cui si rendono protagonisti del loro processo di apprendimento. Affinché si verifichi un coinvolgimento reale, ogni stimolo proposto deve partire da qualcosa di concreto e vicino al loro mondo per favorire un’effettiva aderenza alla realtà. Questo approccio esperienziale promuove l’autonomia, la creatività e il pensiero critico, sviluppando anche l’intelligenza interpersonale.
Infatti, nell’ottica di un’ecologia del pensiero, in cui ogni parola ha valore nel momento in cui viene condivisa con il gruppo, è necessario rafforzare e supportare il dialogo tra i partecipanti aprendosi ad un incontro con la parola e attraverso la parola.
Attraverso questo dialogo si costruisce un senso di comunità fondata sulla condivisione di idee. In questo modo la diversità diventa una risorsa che crea opportunità e contribuisce all’elaborazione di soluzioni differenti. E’ così che tramite lo scambio e il dialogo si sperimentano la coralità del noi e la circolarità delle idee. Ciò genera uno spazio sia fisico che di pensiero veramente condiviso e di tutti.
Questo tipo di condivisione richiede un tempo di riflessione lento, che perciò non va mai forzato o interrotto.

Una scuola senza confini
Una scuola inclusiva e accogliente apre le porte alla diversità come risorsa e opportunità perché ognuno è portatore di competenze differenti e preziose. Ogni bambino, dagli alunni più attivi ai gregari e isolati, deve trovare lo spazio per partecipare e sentirsi parte di una comunità. La collaborazione consente di valorizzare ogni singolo alunno rendendolo consapevole del percorso di crescita personale. In questo modo ciascun bambino può sviluppare un senso di appartenenza al gruppo dei pari e avere l’opportunità di sperimentare un senso di autoefficacia e accrescere la propria autostima.
La scuola coltiva talenti fuori dai confini convenzionali, investendo in un’istruzione di qualità che prepara le future generazioni a vivere in un mondo in continua evoluzione.
Si abbandona così la metodologia della lezione frontale-trasmissiva. Il ruolo del maestro è quello di osservatore, mediatore e regista. Non spinge per velocizzare, ma getta l’esca, il priming che stimola e conduce gli alunni a costruire insieme il sapere.Si parte da ciò che i bambini sanno, cultura informale, per trasformarsi, attraverso stimoli e ricerche, in cultura formale.
L’apprendimento esperienziale, guidato da un approccio interdisciplinare, unisce il sapere scientifico, artistico e umanistico facendo circolare idee differenti e favorisce una visione olistica del sapere: si genera così un ecosistema del pensiero dove la creatività e il dialogo sono al centro.
Considerare l’errore come un dono da cui ricominciare, nessuno sbaglia, ognuno porta la propria arte, il proprio contributo, e il valore non risiede nella meta, ma nella strada che si percorre insieme per il raggiungimento di un fine comune.

Un nuovo orizzonte educativo: la scuola del cambiamento
In un mondo in continua evoluzione, l’educazione inclusiva si presenta come un faro di speranza e opportunità per tutti. Questo approccio non solo accoglie le diversità, ma celebra anche le unicità di ogni individuo, creando un ambiente in cui ogni voce è ascoltata e valorizzata. L’apprendimento esperienziale gioca un ruolo fondamentale in questo contesto, poiché permette agli studenti di immergersi in esperienze pratiche e significative, facilitando una comprensione profonda e duratura.
Prendiamoci il tempo necessario per esplorare e riflettere su ciò che apprendiamo. In un’epoca in cui tutto sembra muoversi rapidamente, il “tempo lento” diventa un concetto prezioso. Dedicare momenti di pausa per riflettere sulle esperienze vissute non solo favorisce una maggiore consapevolezza, ma incoraggia anche la crescita personale e l’acquisizione di competenze. Attraverso la riflessione, gli studenti possono collegare le nuove informazioni alle loro esperienze passate, creando un tessuto di conoscenze che arricchisce il loro percorso educativo.
In questo viaggio, le competenze non si limitano solo a quelle scolastiche, ma si estendono anche a quelle sociali ed emotive. Imparare a collaborare, a comunicare efficacemente e a sviluppare empatia sono abilità fondamentali che preparano gli studenti ad affrontare le sfide del mondo reale. L’educazione inclusiva, quindi, non è solo un metodo di insegnamento, ma un modo di vivere e di apprendere insieme, in un ambiente che promuove la comprensione reciproca e il rispetto.
Quando le persone si sentono libere di esprimere le proprie idee e ascoltare quelle degli altri, si crea un ambiente fertile per il pensiero critico. Questo approccio ci permette di analizzare le situazioni da diverse angolazioni, stimolando la creatività nella risoluzione dei problemi. Insieme, possiamo affrontare le sfide in modo innovativo, trovando soluzioni che potrebbero non essere emerse in un contesto di lavoro isolato. Collaborare significa unire le forze e le menti, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita e apprendimento.
Abbracciare un’educazione inclusiva attraverso l’apprendimento esperienziale, il tempo lento e la riflessione ci permettono di costruire una comunità più forte e coesa, dove ogni individuo ha la possibilità di brillare e contribuire al bene comune.

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