Piripù Bibi, la scrittura collettiva
anche con una lingua inventata

BILANCIO TRIMESTRALE LABORATORIO DI SCRITTURA COLLETTIVA CLASSE II
SCUOLA PRIMARIA BULCIAGO
INSEGNANTE FRANCESCA RIGAMONTI
2 ORE OGNI MARTEDI POMERIGGIO DAL 3 OTTOBRE 2023

CONTESTO: la classe è composta da 16 alunni di cui due con disabilità certificata. Uno solo partecipa al laboratorio, l’altro risulta assente perché impegnato in un percorso specialistico presso una struttura esterna. L’insegnante di classe, Francesca Rigamonti, durante il laboratorio segue da vicino il bambino segnalato.
Due bambini parlano male per disturbi fonologici non certificati, uno invece è da poco rientrato dal Marocco e non comprende appieno la lingua italiana.
Pur non essendo un gruppo numeroso, la classe è molto composita e variegata per la presenza di diversi bambini ancora molto egocentrici incapaci di relazioni tranquille. Generalmente appaiono poco inclini al lavoro cooperativo, mentre rivelano un marcato spirito competitivo anche durante le conversazioni o i semplici giochi per favorire la socialità.
Fin dalle prime volte ho osservato invece come tutti si tranquillizzino, anche per tempi distesi, durante le attività dedicate al disegno, esprimendosi davvero bene in questa modalità.

PREMESSA: è la prima volta che conduco un laboratorio di scrittura collettiva con bambini così piccoli, le mie precedenti esperienze sono state in classi alte (quarta e quinta), anche per questo ho pensato che la scrittura collettiva in questo particolare contesto potesse essere di genere narrativo, inventare una storia tutti insieme. Ma come?

INCIPIT: visti i disturbi fonologici e dell’eloquio manifestati da alcuni bambini, nonchéla difficoltà generale a comunicare verbalmente, ho pensato di proporre alla classe la trilogia di Emanuela Bussolati scritti in lingua Piripù. Questa lingua inventata si compone di una serie di suoni onomatopeici e lallazioni, è facilmente intuibile grazie anche alle illustrazioni grafiche, semplici ma di gran impatto per l’uso delle forme e dei colori. Pur essendo infantile, quasi primitiva, essa possiede una vera e propria sintassi, la scoperta della quale mi è sembrata fin da subito un interessante  obiettivo di ricerca per il gruppo.



FASI: La prima volta ho proposto alla classe la visione del video nel quale Emanuela Bussolati,  l’autrice,  legge la storia. Con scarso successo anche a causa di vari problemi di connessione.
La seconda volta ho provato a leggere io il libro che nel frattempo avevo acquistato.
I bambini faticavano a seguire la narrazione perché litigavano animosamente fra loro per avvicinarsi e vedere da vicino le illustrazioni.
La terza volta ho quindi diviso la classe in tre gruppi e a ciascuno ho dato da leggere uno tre libri, stabilendo con loro un tempo, scaduto il quale il libro letto doveva essere passato ad un altro gruppo. Situazione un po’ caotica ma che si è rivelata più funzionale delle precedenti.
A seguito di ognuna di queste fasi ho proposto un’attività di disegno, lasciando che ciascuno rappresentasse graficamente i personaggi o le situazioni ascoltate durante la lettura. Questo tipo di attività individuale ha sicuramente favorito l’istaurarsi di un clima più tranquillo.

SCRITTURA COLLETTIVA: i primi tentativi di scrittura collettiva sono partiti dalla mia proposta di inventare altre parole in lingua Piripù, a partire dai nomi dei componenti della famiglia:
Se c’è Piripù-Pa come si chiamerà il nonno? E la nonna? Gli zii…
Ricerca morfologica e prima catalogazione dei NOMI COMUNI DI PERSONA.
Sul proprio fogliolino i bambini dovevano scrivere i nomi inventati. I fogliolini sono poi stati letti ad alta voce, trascritti alla LIM e sono stati scelti a maggioranza quelli che i bambini preferivano.
L’attività grafica seguente era quella di rappresentare su un cartoncino il nuovo personaggio ed il nome inventato dal gruppo.
I cartoncini realizzati dai bambini avrebbero via via costituito un mazzo di carte (CARTE NOMI, CARTE ANIMALI, CARTE LUOGHI, CARTE AZIONI) che sarebbe servito al gruppo per inventare storie, insomma, un po’ come con le carte di Perrault.
In realtà con le nostre carte i bambini formulano delle frasi minime (CHI, COSA FA, DOVE) unendo le quali (uso dei connettori logico causali) potrebbe nascere una trama narrativa più complessa.

Questo quanto progettato, ma ecco comparire l’atteso imprevisto.
Sempre a causa di problemi tecnici con la LIM di ultima generazione, salta un’attività programmata, nello sconforto mio e nel caos dilagante.

Una bambina si alza e propone: perché non inventiamo invece una storia di Natale Piripù?
Detto, fatto: qui è quasi Natale, vuoi che i Piripù non lo festeggino?
Non sono molto ottimista, temo la solita storiellina natalizia e invece i bambini mi stupiscono.
L’idea parte proprio da uno dei più agitati che cerca di redimere (riferimento autobiografico?) il serpente Zivisi molto dispettoso con Piripù Bibi con un regalo da lui realizzato per l’occasione: una letterina per chiedere scusa.
I compagni aggiungono altri regali: giocattoli, peluche, anelli e l’immancabile maglioncino.
Dopo aver ascoltato le idee di tutti, i bambini scrivono sul fogliolino quella che hanno preferito.
Si alza un coro unanime: posso scrivere la mia?
A conferma che il percorso verso la costruzione del gruppo è ancora molto lungo.


La trafila poi, è la stessa di quella seguita con gli altri gruppi:

  1. trascrizione fedele dei fogliolini alla LIM,
  2. correzione degli errori ortografici,
  3. molto interessante, la spiegazione riguardo al verbo PERDONARE nella forma passiva ESSERE PERDONATI confrontato con SCUSARE e CHIEDERE SCUSA.
    Si giunge alla conclusione (ma non tutti ne sono convinti):
    Zivisi chiede scusa quindi vuole essere perdonato, non è lui che perdona!

IL PRIMO TESTO COLLETTIVO:

ZIVISI, IL SERPENTE BRAVO

TARARÌ TARARERA
NELLA GIUNGLA I PIRIPU’ FESTEGGIANO IL NATALE.
ZIVISI È MOLTO DISPIACIUTO E SCRIVE UNA LETTERINA PER CHIEDERE SCUSA A PIRIPU’ BIBI PERCHE’ GLI AVEVA FATTO TANTI DISPETTI.
IL SERPENTE HA PREPARATO UN LIBRICINO, CON SCRITTO SULLA PRIMA PAGINA:
 “SCU SCU, PIRIPU’ BIBI!”
PORTA ANCHE ALTRI REGALI: UN PUPAZZO DINOSAURO, UN MAGLIONCINO, UNA ROSA PER LA MAMMA, DEI GIOCATTOLI E DEGLI ANELLI.
A SUA VOLTA, ZIVISI PERDONA IL GONENDE CHE L’HA SPIACCICATO TANTE VOLTE.

Un ulteriore progresso viene dal fatto che questa volta i bambini, a coppie, riescono a realizzare le tavole della storia per il Kamishibai.
Prossimamente si vorrebbe raccontare la storia ai compagni della classe prima.

Mentre disegnano, qualcuno accenna a parti delle storie lette in Piripù, qualcun altro continua a chiedermi quando giochiamo ancora con le carte, qualcun altro si ostina a parlare solo di dinosauri, i suoi, quelli che ha in mente lui… che però hanno trovato un posto nella storia scritta da tutti.

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